Il parto cesareo è un vero e proprio intervento chirurgico: consiste nell’incisione dell’addome e dell’utero e viene effettuato in sala operatoria, non in sala parto. Oggi è svolto con l’epidurale, ma in casi urgenti si ricorre anche all’anestesia totale.
Si tratta di un’operazione inevitabile qualora si dovessero presentare complicazioni che possano creare danni alla madre o al bambino:
- il bacino della mamma è troppo stretto o il bambino è troppo grosso per passare;
- presenza di cisti ovariche;
- placenta previa;
- patologie del bambino (come diabete o ritardi nella crescita) e della madre;
- sofferenza fetale o parto gemellare.
In Italia,
il ricorso al taglio cesareo è in continuo aumento: si è passati dall’11% del 1980 al 38% del 2008, ben al di sopra dei valori rilevati negli altri paesi europei. Nella maggior parte dei casi (quasi il 50%) sulle schede di dimissione non è nemmeno indicato il motivo del parto cesareo. Il Sistema nazionale per le Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità (SNLG-ISS) ha elaborato delle indicazioni sul taglio cesareo, con l’obiettivo di migliorare la comunicazione tra le donne e gli operatori sanitari e favorire scelte consapevoli e condivise sul parto.
Lo sapevi che?
Si parla di placenta previa quando anziché essere inserita sul fondo o sulle pareti laterali dell’utero, la placenta si trova nella parte bassa, troppo vicina o addirittura sopra la cervice.
In questo modo ostruisce il canale del parto e la nascita avviene con un cesareo. Tale condizione si verifica raramente, in circa una gravidanza su 200.